"Casa Manuèl"
Ci siamo, a Funda, in Angola, è giunto il momento di realizzare degli alloggi idonei ad ospitare i professionisti e i dottori, che come me, arrivano da ogni parte del mondo per dare il loro supporto sanitario, ma soprattutto, per istruire e formare la gente del posto.
Tutto questo è reso possibile dalla tenacia e la sensibilità dell’associazione A.M.E.N. e dall’ aiuto economico dell’associazione I.M.E.T. onlus, nonché dall’ opera encomiabile e sempre gratuita di muratori ed elettricisti che danno forma, concretezza e sostanza agli alloggi.
Arriva anche Il container che abbiamo spedito.
Grazie al container, ora, a Funda, dispongono di una seconda ambulanza e gran parte del necessario per arredare e rendere abitabili gli alloggi.
Il 31 di maggio arriviamo anche io e Mauro.
Mauro è un infermiere di grande esperienza, ha lavorato per Medici Senza Frontiere.
Arrivano anche Mario, Dario, Ezio, Mirco e Paola.
C’è subito da fare, non c’è tempo da perdere, qui si lavora dall’alba a notte inoltrata, i momenti liberi sono miraggi lontani di cui rimangono, soltanto le parole atte a descriverli e, di tanto in tanto, un’istante d’illusione.
Paola sin da subito da’ prova d’energia e passione, nell’ ombra e in autonomia sostiene e cura l’aspetto logistico, pasti, pulizie dei panni e da’ supporto sanitario negli ambulatori.
Aurelio, il piccolo fratello di Manuèl, da febbraio scorso, è ospite dell’ospedale locale dei medici italiani del CUAMM di Padova.
Oggi, 1 giugno ci svegliamo alle 4 del mattino, io Lidia e Paola partiamo per Damba, verso il confine con il Congo per recuperare il fratellino di Manuèl, il viaggio per le strade impervie e presidiate da posti di blocco della Polizia, durerà 18 ore.
Ora Aurelio è nuovamente tra le braccia dei volontari del centro, a Funda ed è completamente guarito dall’Asma di cui soffriva.
La casa ha definitivamente preso forma, e gli alloggi sono terminati.
Sulla porta, vi è un bellissimo mosaico che riporta il nome del centro: “Casa Manuèl”
I volontari hanno intitolato e dedicato l’intera struttura a Manuèl.
Manuèl, ha sofferto più di altri qui a Funda.
La sera prima di tornare a casa, Manuèl mi posa nelle mani un suo disegno, c’è raffigurato il mosaico con scritto “Casa Manuèl”.
Entrambi in silenzio, guardiamo il disegno, dopo qualche istante, lui si allontana e dopo poco torna con un pennarello in mano, mi sfila delicatamente il foglio dalle mani e con impegno aggiunge alla sua opera e al suo nome, la parola “Corona”.
-“Ora io mi chiamo Manuel Corona, mi chiamo come il nuovo papà”- chiarisce Manuèl.
Poi si dirige con il foglio in mano, verso la porta della struttura e attacca, proprio sulla porta d’ingresso, il suo bellissimo disegno.
Venerdì 14 giugno, sospendiamo il lavoro a mezzogiorno, dobbiamo imbarcarci sul volo diretto a Madrid, per rientrare poi in Italia.
Nei periodi successivi tornerò ancora a Funda per arredare gli alloggi.
Grazie all’ operato, alla dedizione e alla sensibilità di molte persone, a Funda, dispongono di una struttura confortevole e arredata che consente a medici e infermieri di garantire un servizio sanitario di tutto rispetto.
Ad oggi Manuèl vive in Italia, in Trentino, con Susi e Renzo Corona.